Data: 03/04/2009
Autore: Miky
Tipologia:
Articolo partita Nabor Libertas Carli 0-1 Vittoria
Finalmente la Nabor! Una partita che doveva essere giocata mesi fa ma che, complice il maltempo in un caso e l'assenza dell'arbitro nell'altro, disputiamo solo ieri sera. Della Nabor sappiamo che è una squadra che tradizionalmente ci dà fastidio e che se ne sta tranquilla a metà classifica. Sul campo scopriamo che sono una squadra di colossi, molto fisica e per nulla sprovveduta. Vinciamo una partita brutta, ma combattutissima e sofferta dal primo all'ultimo minuto, replicando la partita di Corsico: primo tempo in sordina, un po' schiacciati dalla loro supremazia fisica e tattica, secondo tempo più offensivo, gol nostro e loro assedio finale. L'elenco dei nostri infortunati è impressionante: fuori Marco C, Nico, Flemma, Riki e Ice, oltre a Dario, degente a lungo termine. Mica gente qulasiasi. All'inizio soffriamo da morire, loro sono molto mobili e a centrocampo fanno quel che vogliono: io e Diego ci lanciamo sguardi scoraggiati ogni volta che la palla sta per piombare dalle nostre parti, in mezzo a tre loro uomini il più piccolo dei quali è alto come me e lui messi insieme. Mister Fede ad inizio partita ci invita a distribuire il gioco sulle fasce, noi per tutta risposta insistiamo a giocare centrale cercando spiragli impossibili e ignorando spesso Dani e Cive, di cui festeggiamo il ritorno sullo stesso campo in cui si fece male mesi fa. Pure sfioriamo il vantaggio, grazie alla mobilità del trio offensivo Cicco-Marco S.-Pol, ma per un motivo o per l'altro ci va storta. Ci viene negato un rigore solare, Ciccio viene spinto mentre si sta allargando per concludere, ma l'arbitro, discreta nei momenti di quiete ma confusionaria in quelli più caldi, sorvola. Loro ci tengono in costante apprensione, ma quando rischiamo di metterci nei pasticci è per colpa nostra: qualche palla svirgolata o qualche incomprensione tra Marco R. e i compagni ci tengono un po' sulle spine, per cui accogliamo come una liberazione la fine del primo tempo. Cerchiamo di riorganizzare le idee e ripartiamo di slancio. Loro hanno speso tantissimo e si vede, ma è proprio in quel momento che sfiorano il vantaggio: il loro fortissimo centravanti riesce a infilarsi nelle maglie della nostra difesa e a far partire una sventola che s'infrange sulla traversa. Ribaltamento di campo, pallone in profondità, facile preda della difesa avversaria. L'azione sembra finita, ma uno scivolone del difensore avversario ci rimette in azione. Anche a me capita spesso di commettere grossolani, però un po' per le preghiere in aramaico antico che recito subito dopo l'errore, un po' perchè i miei compagni hanno un sesto senso per le volte che sto per fare i numeri (mi sembra quasi di sentire Tare che sussurra tra sè "cazzata Miki"), un po' per l'imprecisione avversaria spesso si tratta di errori innocui. Quello che ho imparato negli ultimi anni di allenamenti, partite di calcio e calcetto giocate assieme è che questo ragionamento vale solo se non c'è Pol nel raggio di qualche chilometro, altrimenti non c'è niente da fare, è finita. Spunta dal nulla, prende la palla vagante, entra in area da posizione defilata e fredda il portiere avversario. Uno a zero! Qualche minuto dopo una bella azione in velocità porta Diego ad indovinare un traversone da urlo, torsione perfetta di Ciccio e palla che sembra già dentro, prima che il loro portiere con un colpo di reni la schiaffeggi sulla traversa: la palla danza per un'eternità sulla linea prima di venire spazzata. E' il nostro momento migliore, giochiamo bene e gli aversari sembrano un po' in bambola, ma sfiorano ancora il pareggio per un'incomprensione a metà. Poi parte l'assedio finale e ognuno di noi dà tutto ciò che ha: entra Pino che dà fastidio a tutto ciò che si muove nei suoi paraggi e che non indossa la maglia biancorossa, Marco D. e Chiave ci mettono centimetri e fisico, dietro Beppe fa il solito partitone, Tare, migliore in campo, svetta di continuo sulle cime avversarie, Luca è tempestivo e non sbaglia nulla, il nostro purti si fa sentire, blocca tutto quello che c'è da bloccare, ci fa rifiatare e sbroglia un paio di palloni incasinati. Seguono calci d'angolo, punizioni dalla tre quarti, confusione, palloni ributtati avanti alla cieca, tanta sofferenza e poi il fischio finale. Se è vero che da un po' di tempo le cose ci vanno decisamente bene, è anche vero che per molti versi è tutta farina del nostro sacco: giochiamo a viso aperto con chiunque, non ci facciamo mettere i piedi in testa da nessuno e non andiamo nel panico se non riusciamo a giocare palla a terra. Tanto sappiamo che si tratta di soffrire finchè, in un modo o nell'altro, la palla non finirà nell'area avversaria senza padrone. C'è un 17 biancorosso che sta per andare a picchiarla...
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